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Nel 2019 abbiamo festeggiato i nostri primi 20 anni. Nel 2020 progettiamo i molti altri che verranno.

“Il nostro Passato, la nostra Forza”.

Intervista a Vittorio Costella, Presidente di VVA Market Research.

Quando si taglia un traguardo così – vent’anni, e vent’anni sono tanti – non si può fare altro che fermarsi e guardare. Guardare indietro, a rivedere tutto quello che è passato: le prime paure, i primi successi, le persone, i momenti. Guardare avanti, a immaginare tutto quello che sarà: i prossimi passi, le prossime salite, le decisioni da prendere e le scelte da fare. Guardare attorno, per rendersi conto che non si è soli: e che a condividere questo compleanno ci sono donne e uomini che hanno percorso un pezzo di strada. Insieme.

50 ANNI FA
Vent’anni, quindi. Vent’anni di VVA Market Research. Vent’anni che vanno festeggiati, certo: ma vent’anni che vanno anche raccontati.
Vittorio Costella, che di VVA Market Research è stato uno dei Fondatori ed è Presidente, è la persona giusta, la persona che più di tutte può accompagnarci in questo viaggio, in una storia di persone, scommesse, successi.

“Compiamo vent’anni, ma mi piace immaginare che in realtà gli anni siano un po’ di più: una cinquantina, più o meno. C’era un ragazzo di nome Vittorio che si iscrisse alla Bocconi. La prima cosa che fece fu qualcosa che poi avrebbe fatto per tutta la vita: si mise a cercare attorno a sé delle persone con dei valori. Una delle prime persone che incontrai – perché adesso avete capito che quel Vittorio sono io – e dalla quale fui subito attratto fu Salvio Vicari. Una persona capace di avere grandissime intuizioni e dalla grande vivacità intellettuale, ma un intellettuale semplice”.

Di solito poi succede che finita l’università le strade si dividono. Restano i ricordi, le ore passate insieme, i sogni condivisi: e ognuno va dove la vita lo porta.

“Anche a noi è successo così, ma fino a un certo punto: perché se si sono divise le strade dal lato professionale, sono rimaste unite dal lato umano: A pensarci bene, questa è una cosa incredibile, rara. Io andai a lavorare per una Multinazionale Americana; Vicari fece la sua strada Accademica e poi arrivò a fondare la VVA.
Un giorno, eravamo nel 1999, me la buttò lì: ‘Perché non vieni da noi in VVA? Perché non mettiamo in piedi una Società di Ricerca?’ Io non ero certo un esperto di Ricerche ma non sarei stato solo: la squadra, capace ed esperta, c’era e io avrei dovuto fare da Manager. Con un obiettivo ben chiaro decisi di intraprendere questa avventura: avrei sempre cercato di dare un’anima a questa società, di farla vivere con un cuore pulsante, di renderla vera. E al di là dei successi, dei momenti difficili e dei momenti di crescita, posso dire con orgoglio che questo obiettivo è stato raggiunto e mantenuto. Devo dire che a questo successo hanno contribuito fortemente presenza di due persone di grande valore come i Proff. Valdani e Vicari”.

LA FORZA DELL’ORGOGLIO
Ecco. Si diceva di quel “guardarsi attorno”. Vent’anni dopo, VVA Market Research cos’è?

“Qualcosa di cui essere orgogliosi, tutti. Orgogliosi perché in tempi di discorsi sulla parità dei diritti e sulle quote rosa, noi abbiamo due AD donne, Rossana Capelloni e Carolina Gerenzani: che ricoprono questo ruolo perché sono due splendide professioniste. Orgogliosi perché il nostro gruppo è fatto di quindici persone e tutti sono parte di una squadra, una squadra vera e non solo per modo di dire. Orgogliosi perché qui si lavora bene, si lavora bene insieme e si lavora in un clima piacevole: questa è una cosa sulla quale abbiamo sempre puntato tanto, perché lavorare per creare un clima positivo in azienda è qualcosa di fondamentale, spesso sottovalutato. E orgogliosi perché quell’anima di cui parlavo prima c’è, c’è eccome: la si è vista nei momenti difficili, in cui abbiamo sentito forte la vicinanza di Enrico Valdani e Salvio Vicari e per questo non li ringrazierò mai abbastanza, e la si sta vedendo ora in cui abbiamo avuto anni di crescita straordinaria”.

LE PERSONE
Le persone. Ecco: sono le persone a fare la differenza, sempre. E in vent’anni, di persone ne sono passate parecchie.

“Sì, ma non voglio fare nomi perché non sarebbe corretto. ma faccio una riflessione:
in questi vent’anni il tasso di ricambio dei membri della squadra è stato bassissimo: in pochi hanno deciso di andare via, e quelli che sono arrivati poi sono rimasti. Questa è una cosa molto rara, specie di questi tempi: ma è anche un’ulteriore testimonianza di quell’anima della quale parlavamo prima”.

GIOCHIAMO CON IL LEGO?
C’è stata una festa, si diceva. Festa, insieme, per questo che è un compleanno di tutti.

“Siamo andati per un giorno e mezzo a Firenze e siamo stati insieme: abbiamo riso e abbiamo parlato, abbiamo visitato musei e pensato. E poi, con una società che organizza queste cose, abbiamo fatto un esperimento di team building interessante e particolare. Ci siamo trovati davanti a dei mattoncini Lego, e a ognuno è stato chiesto di “disegnare” la nostra società nel tempo di una canzone, e poi di raccontare quello che avevamo costruito. Dopo ci è stato chiesto di costruire la nostra società così come la immaginavamo tra dieci anni, e sono uscite cose straordinarie: chi l’ha costruita con le finestre aperte, colorata di verde, con i mattoni trasparenti e con una bandiera a indicare sempre la direzione da seguire. Chi ha costruito una giraffa, capace di guardare tutto dall’alto e vedere prima le cose”.

PAGINE DA SCRIVERE
Abbiamo guardato indietro, ci siamo guardati attorno. Ora è arrivato il momento di guardare avanti.

“Il futuro di Market Research, lo dovranno scrivere tutti quelli che oggi fanno parte di questa famiglia insieme a quelli che arriveranno. Ognuno avrà il potere – il diritto, l’orgoglio, la forza – di scrivere il proprio pezzo di storia, così come lo vorrà. Il mio augurio, ed è un augurio che faccio a tutti quelli che fanno e faranno parte di questa avventura, è di tenere sempre fede a quelle due o tre regole fondamentali e indispensabili. Non vengano mai meno quei valori con cui Market Research è nata, cresciuta ed è arrivata a compiere vent’anni: quell’onestà, quella semplicità che ci hanno sempre contraddistinto. Non venga mai meno quell’anima che abbiamo cercato di dare a questa società. E soprattutto non venga mai meno il rispetto per le persone la mancanza di sensibilità, che ci fa dire una frase di troppo o ci fa tacere una frase che avremmo dovuto dire, è il male peggiore”.

 

di Francesco Caielli

 

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